-Come stai?-
-Bene.-
-Sicura?-
No, non sono sicura di niente. Di cosa potrei essere sicura? Della mia esistenza? Forse, ma anche di questa non ho certezze e spesso credo che sarebbe stato meglio se questa certezza non fosse mai nata. E io con lei. Potrei essere sicura dell'assoluta bontà d'animo delle persone, quegli straordinari esseri che sono un dono e una maledizione per tutti noi, ma mentirei. Mentirei considerando solo un lato della medaglia ma non l'altro.
Mentirei chiudendo gli occhi sul mondo, sugli altri, sulla mia vita.
Ma non siamo tutti nati per mentire? Mentire e ignorare, vivendo di false certezze e di ipocrite illusioni.
Ma mento anche ora, mento nel dire che non ho certezze né sicurezze. Perché qualcuna ne ho e spesso le certezze negative superano quelle positive, ritorcendosi contro di me.
Per esempio, so che tento continuamente di ignorare la realtà, so che mi nascondo dietro l'apparenza, i sorrisi e la calma. So che fingo e sopporto, caricandomi di fardelli non miei e facendo mie battaglie a me lontane. So che ciò che risiede nel mio cuore è da me distante e che ciò che ho di vicino non sempre sa darmi conforto.
Ma so anche che fingo che non me ne importi, fingo di non provar dolore e fingo un sorriso inseguendo la convinzione che, in questo modo, tutto possa sembrare più reale, il male un po' minore e l'esistenza un po' migliore.
-Sì, ne sono sicura.-
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